EMILIA PEREZ: LA FENICE MESSICANA IN CHIAVE FRANCESE

13.01.2025

Come l'Araba Fenice che risorge dalle ceneri per diventare più forte e vigorosa di prima, così anche la nostra Emilia Perez rinasce dal suo passato e spero fortemente che possa vincere l'Oscar al miglior Film Internazionale.

Jacques Audiard ci mostra la "redenzione" di un famigerato narcotrafficante messicano che, grazie all'aiuto di un'avvocata (Zoe Saldana, dopo il suo singolare successo hollywoodiano nella saga de Guardiani della Galassia e Avatar, si aggiudica in maniera plateale ed eccelsa il Golden Globe per la miglior attrice non protagonista per il suddetto film), decide di cambiare radicalmente sesso e vita, prendendo le sembianze di Emilia Perez (Karla Sofia Gascon è riuscita in maniera sbalorditiva e possente a interpretare le due facce della stessa medaglia, una revisione de Orlando di Virginia Woolf ma in versione criminale), una donna facoltosa che crea una ONG per dare una seconda vita ai cosiddetti "desaparecidos" per colpa del mercato nero della droga e della malavita messicana, aprendo le porte alla sua ex - moglie e ai suoi figli, all'insaputa della sua scelta di vita (avevo dei ripensamenti su Selena Gomez - medesima considerazione avvenuta con Ariana Grande - ma in questo film è riuscita a far inquadrare al meglio la riproduzione della "moglie trofeo", che dopo la "morte" del marito è rinata e cercherà di ritrovare la felicità un tempo perduta, ma invano).

Straordinario il fatto che un regista francese si sia focalizzato su una questione molto gravosa che colpisce tutt'ora il Messico: ma quello che sbalordisce assolutamente è l'uso del musical attraverso il film.

Per musical abbiamo subito presente Wicked, che ti invoglia a cantare con la mente e fare successivamente dei TikTok su balletti che erano presenti nel film, ma in questo capolavoro la musica non è orecchiabile e non ti sprona a ballare, ma a riflettere.

Una voce interiore che ti logora dall'interno in maniera viscerale, un grido di battaglia verso le ingiustizie di coloro che non avranno mai giustizia per se stessi e per le famiglie. 

Cruenta è la canzone El Mal, cantata da Zoe Saldana - priva di esperienze musicali - che, attraverso una coreografia deviata e priva di coordinazione ritmica, ci ipnotizza con la sua sensualità mostrando come i grandi esponenti della società - la Chiesa, la politica, le forze dell'ordine e altro ancora - siano corrotte e nascondono i loro sotterfugi e corruzione attraverso la beneficienza, a spese però di altri.

Sto leggendo varie critiche aspramente negative sul film, in particolare l'eccessivo ritratto di un Messico lurido, corrotto, lercio, privo di umanità e l'aggiunta di una donna transgender: beh lasciatemi dire che siamo veramente arrivati agli sgoccioli, in primis perchè in qualunque parte del mondo c'è la corruzione, ma purtroppo in Messico - anche se per telegiornale non menzionano - la questione "desaparecidos" è fortemente evidente consapevoli che non verrà mai affrontata per paura che tu possa essere il prossimo nella lista nera della Morte.

Ma soprattutto viviamo in un mondo dove il patriottismo è di maggior impatto e quindi la donna viene sempre ripudiata o peggio giudicata inadatta: io credo che questo film voglia comunicare che nessuno è perfetto - uomo, donna o non binario che tu sia -, ma se ci sono persone come Emilia Perez che vuole in qualche modo accendere quella piccola speranza che è dentro di noi per aiutare il prossimo, allora che male potrebbe fare?

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