MARIA: LA LIRICA FATTA IN CARNE ED OSSA

04.01.2025

Se Pavarotti è il padre della lirica, la Callas ne è la madre.

Pablo Larrain, come sempre è riuscito a farci commuovere mostrando un'altra figura femminile (dopo il suo grande successo in Jackie e Spencer) del XX secolo, un vero pilastro della musica lirica, una conflagrazione canora che è di forte ispirazione per i musicisti e gli appassionati: Maria Callas.

O meglio "La Callas".

In questo capolavoro scorgiamo una grandissima e seducente Angelina Jolie che ci mostra gli ultimi istanti della soprano, che vive costantemente negli errori del passato, trovando riparo in massive assunzioni di compresse che la porteranno alla sua drastica sorte, ma accompagnata dai suoi "amici" Ferruccio e Bruna, che la accudiscano - come possono - attraverso i suoi ricordi: dalla sua carriera di soprano internazionale, alla sua relazione d'amore con Aristotele Onassis - conclusasi lasciando la soprano in un fortissimo dolore emotivo che la porterà sempre con sè - fino al suo ritiro sul palco, ma continuando a cantare con il cuore, consapevole che non avrà mai più il dono che Dio le ha dato.

Che posso dire della nostra Angelina Jolie? 

Ci avvolge con la sua aggraziata performance, dai modi sensuali, sinuosi e incredibilmente autentici - consapevoli che nessuno potrebbe eguagliare le tonalità vocali della vera divinità della lirica - ma ci accompagna attraverso i suoi flashback (evidenziati dall'effetto bianco e nero, per significare il purtroppo declinarsi della sua mente che via via, a causa degli abusi dei farmaci, le stanno togliendo i bei ricordi di un tempo).

Anche se i ruoli sono di bassa importanza, Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher hanno senza alcun dubbio rappresentato due domestici che, pur sopportando i capricci di una donna acculturata e sinuosamente testarda, l'hanno supportata ed aiutata a capire - anche se per breve - che significa "essere la Callas".

Incredibile l'introduzione del capolavoro che mostra il grande successo della cantante, con brevissime rappresentazioni dei suoi personaggi interpretati, fino a portarla al famoso gesto pazzo di bruciare i suoi vestiti, come risentimento di una vita vissuta tra due scelte imposte: cantare per volere della madre e smettere di cantare per volere di Aristotele Onassis.

Possenti sono i primissimi piani, che predominano per l'intero film: tecnica molto usata dal regista stesso, per comunicare la potenza ma anche la fragilità della protagonista.

Ma soprattutto inquadrare in maniera possente e tonificante le scene dove Maria Callas si immagina di trovarsi un'orchestra ma anche l'intero casting della "Madame Butterfly", per ricalcare i suoi più grandi ed importanti successi.

Candidata ai Golden Globe come miglior attrice protagonista in un film drammatico, Angelina Jolie se lo merita senza dubbio alcuno: non solo per la sua sensualità e fascino in questa sua declamazione, ma perchè è un'attrice dall'espressione facciale e linguaggio del corpo "camaleontici", una "Medusa" che ci pietrifica con il suo sguardo linceo.

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